Scuola di Musica di Fiesole
La Festa della musica
Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Piero Farulli
Dedica:
La Festa della Musica. Difficile immaginare un monumento vivente più straordinario di questo per chi ha dedicato la sua vita proprio alla musica ed ha cercato di farne pane quotidiano per migliaia di ragazzi, perfino riuscendoci. Perché questo rito, questa parata muscolare di musica e note, la grande maratona musicale, incubo e gioia di grandi e piccini, l’appuntamento che segna la fine e prepara il nuovo inizio dove chi manca rischia grosso, rischia di essere diseredato dall’ordine dei fiesolani e non potrà mai più dire io c’ero e ci dovevo essere (e se non ci sei stato pentiti), incarna appieno il Maestro e lo spirito della sua Scuola e il fare Musica.
Perché la Festa della Musica, come tutte le feste, la si fa insieme, la si prepara insieme e la si suda insieme, dall’alba al tramonto, con la pioggia ed il sole, il sudore e il furore. Ci sono orari precisi in cui suonare, orari scritti al minuto e mai rispettati, ed allora si deve improvvisare senza paura e senza mollare, perché la Musica e la Festa sono cose serie e vanno preparate con scrupolo, per rispetto di chi ti ascolta e per rispetto di te stesso che suoni, perché alla fine suoni per te stesso e per quei fratelli musicisti che quel giorno suonano intorno a te. Si, la Festa della Musica è proprio il monumento vivente a Piero Farulli, al “maestrone” come lo chiamano i suoi allievi ormai diventati maestri, e per quanto io non l’abbia conosciuto né visto all’opera nelle stanze della sua Scuola, quando c’è la Festa della Musica vedo Piero aggirarsi di stanza in stanza ad incoraggiare e controllare, a spronare, ascoltare e imprecare allungando il passo nel pratone, ma felice della sua creatura, del suo esercito, della sua geniale e rivoluzionaria missione. Sono 100 gli anni dalla sua nascita e non so quanti ne ha la Festa della Musica, ma fino a che la Festa sarà viva anche il Maestro lo sarà, come la sua Scuola e come le fatiche e gioie dello stare insieme, suonando e vivendo come se fossero la stessa cosa. Lorenzo Cinatti